Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 29 settembre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
Gesù, prima di iniziare l’ultimo viaggio che dalla Galilea lo porterà a Gerusalemme, si intrattiene con i Dodici in una casa, a Cafarnao, con una catechesi sul significato profondo, alla luce delle Scritture, sul suo morire e risorgere alla Vita dopo tre giorni. Andiamo al testo:
“In quel tempo Giovanni disse a Gesù: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo perché non ci seguiva”, ma Gesù disse: “non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non é contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è molto meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco indistinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore ed il fuoco non si estingue”.(Marco 9,38-43.45.47-48).
Questa pagina del vangelo di Marco ci invita a non piantare paletti ma ad amare orizzonti, a guardare oltre il cortile di casa.
Due sono le parole chiave di questa pagina: nome e scandalo.
NOME.
Giovanni, il futuro teologo del quarto Evangelo “il figlio del tuono” che, fuori casa, avendo incontrato un uomo che con una preghiera di guarigione e con l’invocazione del nome di Gesù guariva un infermo, con forza glielo proibisce, perché non è del gruppo dei Dodici, “non è dei nostri”. La risposta dura di Gesù a Giovanni per il quale viene prima l’istituzione, la difesa del gruppo e poi la persona, provoca l’effetto di un terremoto. Per Gesù, difatti, viene prima l’uomo, coi suoi bisogni essenziali e viene prima chi lavora per l’uomo ed aiuta questo mondo a fiorire, e poi tutto il resto
SCANDALO.
Pretendere il monopolio della presenza del Signore è occasione di scandalo, di inciampo, soprattutto per i piccoli che camminano verso Dio. Ed i piccoli, oggi, nella chiesa. sono “quei cristiani la cui Fede è soggetta a turbamento” (Romani 14,1-20) a motivo di cattivi pastori “che feriscono la loro coscienza, peccando contro Cristo (1 Cor 8,12). Assai duro si mostra Gesù verso questi cattivi maestri: “Se la tua mano è motivo di scandalo, tagliala… Se il tuo piede è motivo di scandalo, taglialo… Se il tuo occhio è motivo di scandalo, cavalo”… Il mondo semita, al quale Gesù appartiene, ama tonalità forti, colori vivi, simbologie complesse. Ma, aldilà di tutto ciò, c’è il richiamo di Gesù ad una mano, un piede, un occhio convertiti ad un operare, un camminare, un vedere gioie, dolori, attese, speranze per la realizzazione di “cieli nuovi e terre nuove”.
Oggi, anche se lontani dalla Chiesa, sono con Cristo anche se, alle volte neppure lo sanno:
Coloro che lottano contro i demoni di ieri che insidiano il buon vivere umano: ingiustizie, violenze, mafie, volgarità, corruzioni, guerre;
coloro che sono capaci nel mondo di compiere miracoli di amore, di vita, di libertà, di futuro;
coloro che ascoltano il grido dei mietitori non pagati e si uniscono alle loro proteste (Giacomo 5,4);
coloro che imparano sul campo a sentire le sinfonie dolorose del pianto dei bambini, del lamento delle mamme, del passo lento dei vecchi, scrigno di saperi e conoscenze di vita;
coloro che piantano un fiore, che, se anche cresce fuori dal nostro giardino (la Chiesa), è sempre un fiore.
Buona domenica nella gioia del Signore dispensatore di lumi a tutta l’umanità di buona volontà.
Don Giuseppe Fiorillo.