È stato possibile grazie all’applicazione del nuovo decreto che prevede l’arresto in flagranza differita per delitti non colposi commessi nei confronti dei professionisti sanitari
Fa sempre clamore l’aggressione ai medici e agli infermieri che stanno lavorando in trincea nei pronto soccorsi degli ospedali italiani. Il lungo elenco è stato incrementato dall’episodio occorso lunedì a Lamezia Terme dove il responsabile facente funzioni del reparto, Rosarino Procopio, è stato aggredito da un parente di una paziente che doveva essere dimessa dal reparto di Osservazione breve intensiva perché il periodo di osservazione clinica era terminato, l’iter diagnostico concluso e la signora poteva rientrare a casa con la terapia prescritta dai sanitari
Rosario Procopio, durante il colloquio con i familiari, stava spiegando proprio questo ai familiari, ma uno dei tre parenti che erano presenti, forse non d’accorso con il medico, ha cominciato ad urlare contro di lui “Non la devi dimettere”, facendosi sentire per l’intero Pronto Soccorso.
A quel punto il medico si è girato per rientrare nella sua stanza e l’uomo lo ha colpito alla schiena con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto.
Ora l’aggressore è stato arrestato dagli agenti del Commissariato della Polizia di Lamezia Terme, grazie anche alla possibilità di mettere in pratica quanto stabilisce il nuovo decreto del 1 ottobre 2024, che prevede l’opzione dell’arresto in flagranza differita per delitti non colposi commessi nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria.
Si tratta Luca Sacco, accusato di lesioni personali aggravate e porto di oggetti atti ad offendere.
Al momento si trova nella camera di sicurezza del Commissariato in attesa della convalida da parte dell’autorità giudiziaria.