L’appuntamento è nella sala concerti del Comune di Catanzaro lunedì 18 novembre alle ore 18.00. Il ricordo del corista di giudiziaria Luigi Stanizzi
L’avvocato Giovanni Le Pera verrà ricordato lunedì 18 novembre , alle ore 18.00, nella Sala Concerti del Comune di Catanzaro.
L’evento si inserisce nel ciclo di incontri promosso dalla Camera Penale “Alfredo Cantàfora” (intitolata al padre del Principe dei penalisti catanzaresi Nicola Cantàfora) di Catanzaro, dedicato agli avvocati del passato: “I penalisti di ieri, nel ricordo dei penalisti di oggi come esempio per i penalisti di domani”.
Introdurrà i lavori Antonella Canino, subito dopo Valerio Murgano tratteggerà il ricordo del compianto penalista.
“Giovanni Le Pera non era un avvocato ma l’Avvocato. Infatti, incarnava in sé integralmente il ruolo di questa delicata, difficile, esaltante professione. E tutti gliene davano atto: colleghi, magistrati, clienti, forze dell’ordine, cancellieri”, così esordisce in una nota il giornalista Luigi Stanizzi, storico cronista di giudiziaria e nera, che aggiunge: “È ancora viva e presente la sua figura autorevole, vigorosa ed elegante, con la toga sul braccio destro, che si aggira dominante come sempre nel Palazzo di Giustizia, dove continuano a campeggiare le statue delle “Ultime Dee Superstiti: Giustizia e Libertà”. Le sue arringhe… la sua voce sicura, altisonante, ancora echeggia nelle aule della Corte d’Assise, del Tribunale”.
“Giovanni Le Pera – sono sempre le parole di Luigi Stanizzi – era un uomo antico e al contempo modernissimo. Amante della famiglia, della sua professione, della vita, dei cavalli, dei viaggi, dell’arte, della pittura, del teatro, del cinema, della letteratura, della storia, dell’archeologia. Un raffinato, un umanista, un gentleman, un esteta, un nobile! Indimenticabili le preziose rare serate davanti al camino settecentesco della sua villa, a parlare del brigante Angilone, di indagini, pentiti, di Don Chisciotte, di mafiosi, di omicidi, sentenze, di Garcia Márquez, clan, ‘ndranghetisti, Umberto Eco, Peppino Chiaravalloti, sequestri di persona, Mattia Preti”.
“Lui accendendo la pipa a spiegare e ad ascoltare, intorno al fuoco, con la moglie Lilli e le figlie Iole, Pilar e Alberta come gemme. La sua scomparsa – conclude il giornalista Luigi Stanizzi – ha segnato la fine di un’epoca d’oro a Catanzaro, quando anche i professionisti più impegnati, più colti, donavano generosamente il proprio contributo d’amore alla terra natia”.