I Finanzieri ed i funzionari dell’ICQRF, avevano intrapreso attività ispettive presso le sedi di due aziende, una nella provincia di Catanzaro e una in quella di Barletta Andria Tranie hanno scoperto la frode
Noi siamo veramente sicuri di quello che mangiamo, che quello che è scritto sulle etichette dei prodotti alimentari corrisponda al vero, in linea di massima si, però che ci siano produttori senza scrupoli che pur di non buttare una partita andata a male o pur di guadagnare qualcosa in più a discapito della salute dei cittadini e che non si preoccupano di immettere sul mercato prodotti potenzialmente pericolosi, corrisponde al vero, per questo esistono enti preposti al controllo della qualità alimentare che, sostanzialmente, verificano la qualità dei prodotti alimentari venduti.
Le Guardie di Finanza di Catanzaro e di Barletta-Andria-Trani, insieme all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro alimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, hanno avviato una serie di controlli, comunque previsti nella loro attività finalizzata alla tutela del made in Italy e della sicurezza prodotti, e hanno scoperto due aziende, che commercializzavano olio che non possedeva le caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per la qualità olio di oliva bio, per questo hanno eseguito un sequestro di olio di oliva per quasi 180 quintali, che a seguito di analisi chimica e organolettica è risultato di categoria inferiore.
In particolare, i Finanzieri ed i funzionari dell’ICQRF, avevano intrapreso attività ispettive presso le sedi di due aziende, una nella provincia di Catanzaro e una in quella di Barletta Andria Trani, controllando le quantità del prodotto detenuto e facendo un campionamento dello stesso, per verificare quanto riportato sull’apposito registro telematico attivato dalle stesse aziende.
L’olio rinvenuto presso il produttore catanzarese, facente parte di una ingente quantità destinata all’azienda pugliese, e che faceva parte di una partita già in parte consegnata, era stato catalogato quale olio extra vergine BIO, mediante la compilazione del registro telematico SIAN, obbligatorio per le aziende del settore..
I controlli, però, hanno consentito di appurare come il prodotto non rispondesse affatto alle caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per tale qualità, ma di fatto risultasse un misto di olio vergine e lampante, quest’ultimo non commestibile e caratterizzato da un eccessivo grado di acidità, potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. Per questi motivi, le Fiamme Gialle hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Catanzaro il titolare della ditta per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, sequestrando 3 cisterne contenenti 17.900 kg di olio, di cui 4.500 di olio lampante, per un valore di oltre 200.000 euro