La intensa, chiara e schietta lettera aperta al Presidente della Regione e Commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, di una giovane medico del 118 di Vibo Valentia, Alessia Piperno
di Maurizio Bonanno
Abbiamo il diritto di vivere dignitosamente anche in questo lembo estremo dello stivale?
Abbiamo il diritto di mantenere unite le nostre famiglie ogni giorno dell’anno e non solo nelle feste comandante, quando i giovani emigrati per poter lavorare riescono a ritagliarsi qualche giorno per tornare nel paese dove sono nati?
Abbiamo il diritto di vivere qui, in questo lembo estremo dello stivale senza la preoccupazione che in caso di necessità le strutture sanitarie non sono in grado di affrontare la situazione, non dico le emergenze. Perché il problema non è la qualità dei nostri medici ma la mancanza di mezzi e strutture che li costringono ad andare via se vogliono, com’è giusto che sia, realizzarsi?
Abbiamo il diritto di chiedere ai nostri giovani di restare, perché anche qui potrebbero realizzarsi professionalmente?
Soprattutto, abbiamo il diritto di rassicurare quei giovani di scelgono di restare, o meglio ancora scelgono di tornare, rassicurarli che potranno lavorare nelle condizioni migliori possibili, che potranno realizzarsi professionalmente.
Abbiamo il diritto di sentirci rassicurati del fatto che i nostri migliori professionisti rimarranno in questo lembo estremo dello stivale, sereni che qualunque situazione di carattere sanitario sarà affrontata com’è giusto che sia, qui come in altre parti d’Italia?
Posti questi interrogativi, le cui risposte, sebbene dovessero essere ovvie, ancora non è possibile avere, considerato che la situazione sanitaria è al limite del tracollo, rimane una sola consolazione per i semplici cittadini: la conferma di avere tra noi professionisti seri, medici responsabili, giovani che non perdono l’entusiasmo e la voglia di lavorare.

È bastato leggere quanto scrive un medico in servizio al 118 di Vibo Valentia, una lettera aperta al presidente della Regione Calabria e commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, che appare accorata, chiara e realistica: una fotografia della realtà in cui si dibatte chi opera in questa difficile realtà.
Alessia Piperno è un giovane medico, una che vive in trincea, nella trincea del 118, che per definizione già deve vivere in costante emergenza.
La dott.ssa Piperno analizza la situazione, la rammenta al “Carissimo Presidente Roberto Occhiuto ricordandogli qualche titolo dei vari articoli che ormai invadono le testate giornalistiche di tutta la Calabria e non solo.

Mostra comprensione, dopotutto è un medico ed il suo approccio non potrebbe essere diverso: “Immagino che i suoi pensieri siano stati ben altri nell’ultimo periodo. Non solo la salute, l’intervento chirurgico e la riabilitazione, ha dovuto anche subire le accuse di chi sosteneva che avesse utilizzato soldi pubblici per pagare professionisti operanti nel privato, addirittura provenienti da fuori regione, cose da pazzi!”.
Poi, messe da parte le “malelingue”, va subito in argomento partendo da 5 punti iniziali:
1. “Calabria, sanità venduta”
2. “Ambulanze nascoste perché frutto di una truffa”
3. “Direttori senza titoli”
4. “Infermieri aggrediti che urlano la carenza di personale, turni massacranti e salari minimi”
5. “Acquistati strumenti di diagnostica non idonei”.
Alessia Piperno, come si diceva, opera a Vibo Valentia e qui la situazione è ancora più precaria del resto della già martoriata sanità calabrese. E le pone all’attenzione del Presidente Occhiuto:
1. Reparti che chiudono per mancanza di personale, e lo stesso personale in attesa di stabilizzazione mandato a casa senza alcuna seria e giustificata motivazione.
2. L’ospedale continua a subire ristrutturazioni che hanno il profumo di sabbia negli occhi. A Vibo Valentia posizionata ormai da 4 anni la nuova terapia intensiva Covid19: mai utilizzata! All’interno, presidi di ultima generazione abbandonati al lento agire della muffa.
3. L’ospedale nuovo di Vibo vanta la prima pietra più longeva della storia, oltre 20 anni che assistiamo a questo scempio. A noi era stato detto che il terreno non era idoneo e per questo la stessa pietra saltava di continuo. Ora?? Novità??
4. A breve il reparto di chirurgia, con ortopedia ed oculistica e, di conseguenza, il blocco operatorio dell’ospedale di Vibo verrà spostato a Tropea, mantenendo i reparti di rianimazione e radiologia a Vibo, per non parlare del PS di maggiore accesso che, ovviamente, resterà a Vibo. I pazienti ricoverati (e quindi operati o in attesa di intervento) dovranno necessariamente viaggiare tra i due comuni per esami diagnostici e consulenze. Il tutto utilizzando l’unico mezzo a disposizione, l’ambulanza. La stessa, la sola, che si trova a coprire un territorio che si sviluppa su una lunghezza di 30 Km e che in primavera-estate quadruplica la sua popolazione.
5. Abbiamo avuto l’importantissimo aiuto dei volontari, e niente, ci hanno tolto anche loro.
6. In Calabria pare che arrivino fondi importanti ogni anno, ma la situazione, almeno per la mia adorata città, peggiora di giorno in giorno.
E, se questa è la situazione, come non porsi qualche domanda?
“Da libera cittadina sarà perciò legittimo chiedermi dove finiscano questi soldi? E soprattutto, può essere che me lo chieda solo io?

Non so di chi sia la responsabilità – scrive Alessia Piperno – ma quello che è certo è che pare che di Vibo Valentia si siano tutti dimenticati, i vibonesi per primi”.
Si fa portavoce di noi tutti, Alessia (adesso la chiamiamo così non per mancanza di rispetto o perché vogliamo prenderci di confidenza, ma perché di appare, come d‘altronde vuole essere, una di noi e la ammiriamo), e si rivolge al Presidente sottolineando che: “queste sono solo le parole di un medico calabrese, una donna nata e cresciuta in questa terra martoriata da molti, che oggi è seriamente preoccupata. Allo sviluppo della mia città hanno contributo negli anni onesti cittadini, che con fatica e sudore (lo stesso che noi giovani, grazie a loro, mai abbiamo visto) ci hanno lasciato presidi ospedalieri di tutto rispetto, e sono gli stessi che oggi spesso non sanno a chi rivolgersi anche solo per una banale febbre. Avevamo molto, loro ci avevano lasciato molto, ed oggi gli stiamo consegnando ciò che mai sarebbe dovuto succedere.. la strada a senso unico, pare anche a rapida percorrenza, verso una sanità privata”.
“Perché se provate a venire in questa terra, aprendo gli occhi e guardandovi attorno è questo ciò che si palesa – denuncia la dott.ssa Piperno – E può essere che nessuno faccia niente? Siamo destinati a sparire? Quale disegno si prospetta per noi? Perché non può essere che nessuno si preoccupi di fare qualcosa di concreto, nessuno che dia seguito alle innumerevoli denunce riportate dalle varie testate giornalistiche”.
A questo punto, un richiamo ai doveri derivanti dalla responsabilità del suo mandato: “Il suo incarico come Presidente della Regione Calabria (non quello di commissario alla sanità, per questo ha fatto tutto solo) glielo abbiamo conferito anche noi vibonesi. È il popolo che l’ha eletta ed è lo stesso popolo che da tempo ormai, ed in maniera sempre più insistente, le chiede risposte concrete. Il silenzio a lungo andare stanca!”.

“Ed ora, caro Presidente, faccia di queste parole ciò che vuole: può prenderle come un attacco o leggerle per quel che sono: il grido disperato di chi cerca soluzioni e non false promesse, e le chiede all’unica persona che può rispondere”.
La conclusione è la rappresentazione di ciò che ciascuno di noi dovrebbe essere: orgogliosi di essere e mai rassegnati, ligi al proprio dovere, di cittadini e di professionisti, senza perdere la speranza: che non vuol attesa, ma vuol significare sfida: “Io dal canto mio torno a lavorare e, soprattutto, a sperare… – conclude Alessia Piperno – Buon lavoro anche a Lei”.
Sì, Alessia Piperno si è fatta nostra portavoce. Affianchiamola e, ringraziandola, prendiamo, dalle sue parole, la forza ed il coraggio di non accettare con rassegnazione, anzi…