La dottoressa del 118, oggi nella veste di sindacalista, scrive ancora al Governatore della Calabria ponendo una serie di interrogativi. Perché nessuna scusa può essere valida per questo scempio!
“Presidente, il suo silenzio è assordante, almeno faccia la cortesia di non romperlo ad un passo dalle prossime elezioni. Noi non abbiamo bisogno di belle facce e belle parole alle quali credere, qua c’è bisogno di concretezza!”.
Inizia così la nuova lettera che Alessia Piperno ha scritto al Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, dopo che la prima non ha ancora ricevuto risposta. Ma, se la prima volta aveva scritto nella sua sola, sebbene fondamentale, veste di medico del 118 dell’ASP di Vibo Valentia, oggi aggiunge qualcosa in più presentandosi anche come sindacalista, in quanto Delegata del Sindacato Medici SMI della stessa ASP vibonese.
La Piperno ricorda la situazione assurda in cui si dibatte il territorio vibonese: “I lavori di ristrutturazione impiegheranno due anni ed allo stesso tempo l’anno prossimo, per come Lei stesso ha promesso anni fa (una delle ultime volte in cui si è espresso, ma tanto ormai il voto l’avevo preso) sarà pronto l’ospedale nuovo… qua stiamo per toccare il fondo Presidente, nella speranza, come diceva Dostoevskij, che possa essere questo l’inizio per un nuovo cambiamento!”.
Quindi, si chiede, non senza sorpresa che è quasi sgomento e incredulità: “Da giorni si parla di una possibile soluzione… il “piano Battistini”, ma purtroppo non si trova! Tutti a cercare, tutti a chiedersi dove sia finito… ma davvero lo state dicendo? Ma, anche se non lo trovate, non potete chiamarlo? I giorni passano e qua si continua a chiedersi di chi sia la colpa, chi ci ha messo in questa situazione, chi ha responsabilità, ma al cittadino vibonese, abituato ormai a cadere e rialzarsi, questo oggi non importa! Non è il momento di accuse ma di soluzioni concrete e rapide!”.

“Ogni anno la Regione Calabria – scrive ancora la Delegata SMI – bandisce il concorso per il corso di formazione triennale per medici di medicina generale. Al corso partecipano in buona percentuale medici che già prestano servizio sul territorio come guardia medica o 118. Il corso prevede lezioni teoriche in presenza e tirocini pratici da svolgere presso le Unità Operative dei presidi ospedalieri indicati dalla Regione stessa. In epoca pandemica da COVID19 il Ministero ha dato la possibilità agli stessi medici di sopperire ai tirocini pratici con l’attività lavorativa sul territorio e ha lasciato la stessa possibilità, conferendo autonomia alle Regioni in tal senso, fino al mese di Dicembre 2024. Presidente, ormai da un anno gli stessi medici sono obbligati, per decisione presa dagli organi da Lei predisposti, a lasciare il territorio per svolgere tirocini formativi che, francamente, hanno dell’assurdo! Medici che già lavorano nelle guardie mediche o nel 118 sono obbligati per 30 ore mensili a lasciare il posto di lavoro per affiancare professionisti nei vari reparti. Sono medici italiani, formati in Italia, con linee guida europee, che già svolgono attività di diagnosi e trattamento sul territorio. Le ricordo che per chi è venuto da Cuba sono bastati pochi mesi di formazione e con estrema facilità si è riuscito a bypassare il piccolo particolare di non essersi formati con le stesse linee guida (che ad oggi, capirà, hanno perso tutta la loro unicità). Ma, ovvio Presidente, i suoi medici sono speciali, meglio ripassare l’anatomia dell’utero e lasciare la guardia medica scoperta o l’ambulanza senza medico a bordo!”
La conclusione è decisa, fino alla provocazione: “Nessuna scusa può essere valida per questo scempio! Il Ministero pone giustamente la priorità sul territorio e la nostra Regione la toglie (nemmeno avesse fiumi di medici per coprire i turni), mentre Lei continua la sua accorata ricerca di medici di guardia medica o per il 118! Magari può iniziare facendo lavorare loro, che ne pensa? Ancora una domanda: ma Lei è sicuro di essere a favore della sanità pubblica?”.
I saluti finali lasciano spazio ad un’apertura all’insegna della speranza: ” Buon lavoro Presidente… Sono sempre io… la dottoressa che trova ogni giorno un valido motivo per ben sperare e, se non c’è, se lo crea con l’immaginazione…”