Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 21 dicembre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
con questo brano del vangelo di Matteo, siamo all’annunzio della nascita di Gesù.
Abbiamo, nei Vangeli, due annunciazioni: una fatta a Maria e un’altra a Giuseppe. Luca narra l’annunciazione data a Maria direttamente dall’Angelo Gabriele; Matteo presenta l’annunciazione a Giuseppe, in sogno, tramite un angelo. Ecco il testo della liturgia di questa quarta domenica di Avvento:
“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele”, che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. (Matteo 1,18-24).

Maria e Giuseppe sono due normali giovani di Nazareth, uno sperduto villaggio della Galilea, che, secondo la rigida legge mosaica, si sposano in Sinagoga, ma potranno vivere assieme, soltanto dopo un anno dalla celebrazione. In questa attesa che, per i due giovani sembra infinita, si intromette Dio, sconvolgendo le loro vite. Il mite Giuseppe “dalle mani callose e dal cuore sognante” (Ermes Ronchi) si accorge che qualcosa non va: Maria è incinta! Che fare? La legge parla chiaro: “Toglierai di mezzo a te il peccatore”. (Deuteromonio 22, 22). Ma Giuseppe è un uomo giusto… e giusto per la Bibbia è colui che fa la volontà di Dio. Ora, la legge mosaica, (Deuteronomio 22, 23-27) esigeva che la donna adultera fosse ripudiata e condannata alla lapidazione. Da qui nasce il dramma psicologico che si scatena nel cuore di Giuseppe, il giusto, combattuto tra l’amore a Maria e le esigenze rigide della legge. Vince l’amore: non vuole rovinarla con il ripudio; allora pensa di addossare il tutto su di sé, fuggendo lontano, in Egitto, ingoiato, così, dalla dimenticanza. Ma Dio che… “non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e maggiore” (Alessandro Manzoni, Promessi Sposi),interviene attraverso i sogni.
Giuseppe nei Vangeli non parla mai, ma sa ascoltare il proprio profondo, ascoltare i sogni che lo abitano. E, nel sogno, l’angelo del Signore gli dice: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua sposa. Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
” Non temere” è la parola con la quale Dio apre un dialogo con l’umanità, attraverso la voce di profeti, di angeli, di patriarchi, di re. Giuseppe, il giusto, supera la paura, prende con sé Maria e diviene padre. Si prende, così, cura di Maria e del bambino: se generare un figlio è facile, è naturale, essere padre è un’operazione assai più complessa, in quanto bisogna dare se stesso, nell’amarlo, nel crescerlo e nel dargli un avvenire di persona. Giuseppe, per realizzare tutto ciò, rinuncia all’amor proprio e dà largo spazio all’amore per Maria e per Dio… e Dio lo ricompensa conferendogli potere: “Maria darà alla luce il Figlio e tu lo chiamerai Gesù”.
Il nome Gesù, in ebraico Jeshuà, deriva dal verbo salvare, la cui radice “ish” ha come primo significato quello di allargare, dilatare, arricchire, salvare. Con il suo messaggio Gesù, da adulto, per le vie polverose della Palestina, creerà spazi di amore, di accoglienza, di fraternità. Creerà un nuovo mondo di relazioni pacifiche, allontanando il peccato che chiude, che atrofizza, che impoverisce la persona.
Buona 4ª domenica di Avvento con l’augurio che ci viene dal mondo dei Sufi (una congregazione mistica dell’Islam): “Che il Signore, grande e misericordioso, renda il tuo cuore sempre più spazioso”.
Don Giuseppe.











