Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 13 marzo
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
questa pagina (Lc 9,28-36) ci presenta Gesù in cammino verso Gerusalemme per celebrare la sua ultima Pasqua. Lungo il viaggio, per ben tre volte, annunzia che, nella Città Santa, sarebbe preso, insultato, deriso, crocefisso, ma al terzo giorno sarebbe risorto dai morti. Grande sconforto per i Dodici e, profonda costernazione, soprattutto, per Pietro, Giovanni e Giacomo, i quali, per superare questa profonda depressione, vengono chiamati da Gesù per salire sul monte Tabor e pregare con Lui.
L’evangelista Luca insiste molto sulla preghiera di Gesù, il quale prega quando riceve il battesimo al Giordano (Lc 3,21); prega prima di scegliere i Dodici (Lc 6,12-23); prega nel Getsemani alla vigilia della Passione (Lc 22,39-46); e prega sul monte Tabor, nel mistero del suo colloquio con il Padre, quando “l’aspetto del suo volto divenne altro … e la sua veste divenne candida e sfolgorante”.
È questa la Trasfigurazione, avvenimento celebrato da pittori, musicisti, letterati… avvenimento riportato, con ricchezza di particolari, dai Sinottici ed inserito, ogni anno, nella liturgia della seconda domenica di Quaresima.
Ma, domandiamoci, perché Gesù si trasfigura al cospetto dei tre suoi più intimi? Due sono i motivi: pedagogico e teologico.
Pedagogico: liberare i tre discepoli dalla paura dell’annuncio della sua morte.
Teologico: aiutare i discepoli a vedere “oltre” quell’uomo crocifisso sul monte Calvario, vedere Gesù che sul Tabor, nella gloria, conversava con Mosè ed Elia sul suo Esodo che stava per compiersi in Gerusalemme.
Anche noi oggi siamo chiamati a vedere nei fratelli e sorelle , che incontriamo sulle strade del mondo, un “OLTRE”…
- Vedere un oltre nell’immigrato che vaga triste per le nostre strade e saper leggere la sua malinconia per la terra lontana, la sua sofferenza per la mancanza della propria cultura, la lacerazione per il sanguinante distacco dagli affetti più cari;
- vedere un oltre nei visi smarriti di coloro che fuggono dai perversi apparati di guerre, scatenate dai potenti e subite dai poveri;
- vedere un oltre nella piccola fiammella di luce che fa capolino nella coscienza del più nero dei criminali ed aggiungere olio al lumicino che traballa;
- vedere un oltre nelle pupille spente e nei sogni infranti di ragazzi e ragazze del terzo mondo, buttati sulle nostre strade , per vendere ai benpensanti sesso che “dopo il pasto ha più fame di pria” (Dante);
- vedere un oltre anche nello sballo di fine settimana dei nostri adolescenti, ai quali non diamo radici di conoscenza e non diamo ali per volare più in alto;
- e vedere ancora un oltre in tutti coloro che credono “che in qualche punto dell’universo debba esserci un archivio di Dio in cui sono conservate tutte le sofferenze e tutti gli atti di sacrificio dell’uomo” (Isaac B. Singer, ebreo polacco).
Buona domenica.
Don Giuseppe Fiorillo