Tra ironia e amarezza, l’ex amministratore vibonese pone in evidenza le diverse problematiche che si stanno verificando a causa di una gestione non lineare della raccolta dei rifiuti in città
“Viviamo in una città dove ci sono molti “struzzi” che mettono la testa sotto terra per non vedere cosa accade intorno ma che per senso del dovere e responsabilità dovrebbero invece vedere e tanto”.
È amara la considerazione che fa Vincenzo Bruni, per cinque anni Assessore all’Ambiente a Vibo Valentia, parte integrante della Giunta guidata dal sindaco Maria Limardo. Considerazione amara che prova ad addolcire con l’arma dell’ironia prima, ma poi lasciando spazio ad un’articolata denuncia di quanto di sbagliato si sta consumando nell’attuale gestione della raccolta dei rifiuti in città.
L’ironia gli serve per stigmatizzare come tutto ciò (ovvero l’agire degli struzzi) accada: ” solo da pochi mesi perché fino all’ultimo giorno dell’amministrazione Limardo molti “struzzi”, da ogni postazione sia essa sociale ma anche politica-istituzionale, la testa la tenevano alta e ben dritta e per convenienza personale e politica erano presenti su ogni aspetto del capitolato o dell’offerta tecnica, anche infinitesimale, e in ogni forma giornalistica, attraverso comunicati stampa o mail, o istituzionale, con interrogazioni in consiglio o mozioni in commissione, e attenti all’attività politico-amministrativa dell’esecutivo e, per quanto di mia competenza, dell’assessorato di cui detenevo le deleghe. Ora invece noto che le conoscenze e competenze in materia si preferisce, per le opportune convenienze di cui sopra, tenerle a casa nel cassetto e non vedere i disservizi e le mancanze contrattuali che è facile notare”.
Come lo stesso Bruni evidenza, questa premessa ironica è stata utile “per rendere meglio la motivazione che mi spinge a scrivere e il senso di quello che dirò di qui a breve”; chiarendo subito che: “la mia non vuole essere una strumentalizzazione politica che sarebbe troppo facile e riduttiva al tempo stesso viste le opportunità che in questo settore ci vengono date quotidianamente; ma bensì un’osservazione di chi ha lavorato, con onore e senso di responsabilità derivante dal ruolo ricoperto e consentitemi con risultati, per garantire servizi ai cittadini e suggerire senza presunzione a chi di competenza lo svolgimento delle funzioni di garanzia e controllo che il ruolo politico ricoperto, sia esso indistintamente di maggioranza o di opposizione, consente”.
A questo punto, l’ex assessore all’Ambiente, al quale si deve dare atto di una svolta straordinaria ed in positivo che ha portato a compimento nei cinque anni di sua gestione, entra nel merito dei fatti abbandonando l’ironia iniziale ed addentrandosi sulle questioni utilizzando al propria competenza in materia.
Vincenzo Bruni, quindi, mette a punto ogni aspetto riguardo ai problemi che in poco tempo si sono presentati a proposito della raccolta dei rifiuti in città.
“La sospensione del servizio di raccolta nel giorno festivo del primo novembre, cosa peraltro già accaduta e da me rilevata anche il 15 agosto scorso, sulla quale non sento il pensiero del titolare della delega che quindi, di conseguenza acconsente a tutto ciò oppure non è informato, in contrasto con il capitolato, approvato e messo a bando e per cui i cittadini paghiamo la TARI su di esso calcolata, provoca direttamente un mancato servizio, pagato, per i cittadini e indirettamente tre ordini di problemi che analizzerò a seguire: legale, organizzativo e sociale, politico.
Ed ecco come Bruni sviluppa i tre ordini di problemi-
- Aspetto legale.
Tutti i servizi inseriti nel capitolato, approvato dal precedente esecutivo su mia proposta e che nascono da un’analisi attenta delle esigenze del territorio e dei cittadini e programmati per l’esecuzione, ma molti di essi ancora non capisco il perché non hanno visto attuazione, sono stati finanziati e pagati con la TARI 2024, sulla quale abbiamo regalato ai cittadini, con l’ultimo bilancio approvato ai cittadini, un ribasso del 9% nonostante il notevole incremento dei servizi programmando e operando nei 5 anni di amministrazione Limardo. Alla luce di ciò, visto anche che per una tale palese variazione del servizio avrebbe dovuto corrispondere precedentemente o contestualmente una variazione contrattuale con l’operatore di cui non sono a conoscenza, il minor costo di tali servizi, ripeto già pagati con la TARI, e quindi il risparmio ottenuto mi chiedo dove va a finire? Resta alla ditta, alla quale non sembra che sia stato decurtato in proporzione il canone di agosto e non vi è traccia di atto pubblico per novembre, oppure resta nelle casse comunali o, molto più ragionevolmente, verrà distribuito a rimborso ai cittadini in regola con i pagamenti con il saldo TARI 2024? Anche su questo non ho visto delibere di indirizzo politico e né determine del settore competente.
- Aspetto organizzativo del servizio e sociale di mancato servizio ai cittadini.
Si rileva la totale mancanza di opportuna organizzazione che pur si addice ad una città come la nostra, capoluogo di provincia e sulla quale insistono le grandi strutture sanitarie, civile e ospedaliere. Lo slittamento dei ritiri con variazione del calendario, infatti, ingenera confusione fra i più e molti cittadini hanno esposto venerdì regolarmente la plastica, non ritirata, e ancora hanno esposto organico e vetro nella giornata di sabato.
Disagio sociale ai cittadini della Zona B a cui si chiede di lasciare in casa, nel periodo di festa, organico per 5 giorni e per 4 giorni a quelli della Zona A. Fermi restando il principio e l’obbligo per cui non si può sospendere il servizio o si può ma a determinate condizioni come sopra detto, sarebbe stato più opportuno far saltare il giorno del ritiro della plastica, tenerla una settimana non comporta altri tipi di problemi, ma anche incentivare l’utilizzo, per chi ne avesse avuto necessità, dei CRC presenti sul territorio e promuovere una giornata ecologica dedicata alla raccolta nei due centri di raccolta.
Ma, ahimè, i CRC resteranno chiusi anche il 2 e 3 novembre, oltre che l’1 novembre per sospensione del servizio, per “disinfezione” dei locali, stiamo parlando di meno di 20 metri quadrati in tutto. E su questo apro una piccola parentesi:
L’articolo 32.1 del CSA prevede che si possa concordare con l’appaltatore l’apertura dei CRC ma garantendo un minimo di 36 ore settimanali e garantendo, comunque, l’apertura al sabato.
o Il progetto offerta all’art. A.1.2 ne prevede invece l’apertura per 45,5 ore settimanali compresi sabato e domenica.
Alla luce di questo non si capisce come mai siano rimasti chiusi per quasi tutto il periodo estivo e per quale motivazione, perché non ve ne sono previste da CSA e da offerta tecnica della ditta, si proceda alla chiusura per una “disinfezione” nei giorni 2 e 3 novembre (sabato e domenica) quando invece, come nel periodo estivo, sono proprio i giorni in cui il cittadino, libero da impegni lavorativi o di ritorno in città per le festività o le vacanze, ne può maggiormente usufruire anche perché molti domiciliati per lavoro fuori regione. E mi domando e chiedo come si possa incentivare la raccolta differenziata se tale strumento, nato esclusivamente per questo fine e per dare maggiori servizi e opportunità ai cittadini, venga ogni volta chiuso nei periodi di eventuale maggior utilizzo? Forse chi deve dare indirizzo e consente ciò non ne conosce il fine e non ne comprende l’utilità? La precedente amministrazione e il sottoscritto abbiamo sempre preteso e ottenuto come da contratto l’apertura continua e la ditta la garantiva anche ricorrendo ad un turnover fra i dipendenti formandone professionalmente in soprannumero per coprire fisiologiche assenze dal servizio degli addetti.
- Aspetto politico.
Come detto sarebbe troppo facile strumentalizzare enunciando quando di buono in questo settore abbiamo fatto in 5 anni e alla luce di una programmazione che, come detto più volte, non si vede e quindi non si sa quali possono essere gli obiettivi in materia ambientale che si vogliono raggiungere se non al momento quelli di portare a compimento quanto già programmato e concluso o avviato e di cui “conviene” non dare risalto e informazione ai cittadini per non dare merito al precedente esecutivo/assessorato, ma di molte opere e attività darò notizia a tempo debito. Riduttivo affermare che noi abbiamo sempre garantito il servizio di raccolta e l’apertura dei CRC nei giorni festivi e ora invece vengono tolti servizi ai cittadini se pur previsti e garantiti dai contratti e pagati dai cittadini con la TARI, servizi come già detto peraltro dovuti, necessari e pagati; riduttivo e facile anche paragonare la programmazione amministrativa e politica precedente a quella dell’attuale assessorato perché questa inesistente o comunque non a conoscenza dei cittadini. Importante però sottolineare come manchi totalmente la funzione di controllo e garanzia che dovrebbero svolgere i consiglieri di maggioranza, opposizione e gruppo misto a tutela dei cittadini; responsabilità che deriva democraticamente dai voti, anche tanti, attribuiti democraticamente dai cittadini di Vibo.
Dopo aver ampiamente sviscerato i problemi nei suoi tre diversi ordini, l’ex assessore della Giunta Limardo pone alcune domande, indubbiamente retoriche: “La tutela dell’Ente e dei cittadini quindi chi la esercita? Bisogna per forza fare uscite sui giornali o perdere tempo stando sul chi va là per cercare di evitare di fare passi indietro dopo aver raggiunto performance e livelli di servizio invidiati da tutti?
L’accusa che ne deriva è netta. “Domande tutte queste da porgere a chi di competenza e, soprattutto, al titolare alla delega che sembra poco informato, forse non riceve i whatsapp dell’amministrazione, o, peggio ancora, consenziente a questi stravolgimenti”.
Per concludere, Bruni torna ai motivi ironici dell’inizio del suo ragionamento, mescolando il tutto con una non celata amarezza: “E intanto in città la testa degli “struzzi” non si vede”.