… e la mente ritorna ai koi, iconografie nipponiche che si ispirano a quei pesci saltanti chiamati carpe!
Viene detto “triplo salto carpiato”. E in ambito atletico, indica un salto triplo in cui l’atleta effettua tre volte la posizione carpiata durante l’esecuzione. In un contesto più figurativo, invece, “triplo salto carpiato” si usa per descrivere una situazione in cui qualcuno si sforza eccessivamente per raggiungere un obiettivo.
Insomma, il “triplo salto carpiato” ha due significati principali: uno specifico nell’ambito dell’atletica, legato all’esecuzione di un salto triplo con ripetuti movimenti carpiati, e uno più figurativo, che descrive un’agilità adattativa o uno sforzo eccessivo per raggiungere un obiettivo.
È un termine derivato da carpa; sì, il pesce, proprio il pesce carpa. Perché le carpe saltano, e saltando s’inarcano, ovviamente non proprio come un umano, ma la suggestione è simile. Per cui, anche se personalmente ‘sti pesci saltanti dicono poco, non è una suggestione da minimizzare, perché il salto della carpa ricorre nell’immaginario non solo della politica, ma di molti popoli, specie orientali (pensiamo alle figure nipponiche delle koi che guizzano fuor d’acqua — un topos iconografico fra i più famosi).

È dunque un termine tecnico che evoca senza sbavature movimenti dei più acrobatici e complessi che noi profani riusciamo a malapena a distinguere. È talmente riconoscibile il significato che vogliamo — l’acrobazia, anche spettacolare — che, anche se non sappiamo che postura descriva di preciso un triplo salto carpiato unanimemente si usa per descrivere quello fatto per salvare la faccia: uno spettacolare carpiato con avvitamento comunica quella agilità politicamente adattabile, dallo stile disinvolto nonostante la difficoltà dell’evoluzione in sé.
E Vibo Valentia scopre improvvisamente di avere una campionessa di “triplo salto carpiato”!
Appena venti giorni fa, formatosi il gruppo frazionista dei Democratici e Riformisti, una di loro annunciava la sue dimissioni di Presidente della IV Commissione affermando che: “La decisione è stata imposta dal primo cittadino e dal gruppo di “Progetto Vibo”.
Pochi giorni dopo, la stessa e tutto il neonato gruppo faceva mancare l’appoggio al sindaco per l’approvazione del bilancio. Ancora pochi giorni e sui frazionisti si abbatteva la “purga sovietica” della commissione di garanzia del PD vibonese che negava loro l’iscrizione al partito. A questo seguiva un comunicato a firma di tutto il gruppo dei Democratici e Riformisti più uno (Nico Console) che precisavano di ispirarsi alla leadership del piddino Mirabello, ergo Alecci.
Arrivati al 13 maggio, la IV Commissione consiliare ritrova la sua presidente, proprio quella costretta alla dimissioni che, con spettacolare piroetta, accetta l’incarico, lascia il gruppo Democratici e Riformisti che aveva contribuito a formare e – pure! – si iscrive al Pd, che stavolta la accolgie, ed entra nel suo gruppo consiliare.
Questa “straordinaria atleta della politica vibonese”, protagonista di un fantasmagorica triplo salto carpiato ha un nome: Marcella Mellea.
La diretta interessata spiega come sia stato possibile realizzare questo “capolavoro”: «Ho da poco lasciato il Gruppo “Progetto Vibo” alla ricerca di nuovi stimoli attraverso una partecipazione partitica, con l’obiettivo di poter volgere in maniera più efficace il mio ruolo di Consigliera comunale. Avevo abbracciato il nuovo Gruppo dei Democratici e Progressisti nella convinzione di aderire ad un gruppo di diretta espressione del Partito Democratico. A loro va il mio ringraziamento, con l’augurio che possano contribuire al rafforzamento di questa maggioranza, che ha il gravoso compito di risollevare le sorti della città.
A stretto giro replica Alessandra Grimaldi, capogruppo dei “Democratici e Riformisti per Vibo”, evidente trampolino utilizzato dal consigliere Marcella Mellea per poter effettuare lo spettacolare “triplo salto carpiato” che le ha consentito di transitare nel gruppo consiliare del Pd: “Registriamo la libera decisione di aderire al gruppo consigliare del PD dell’amica Marcella Mellea, la cui precedente scelta aveva determinato la costituzione del nostro gruppo. Le auguriamo che attraverso questa nuova, e forse più ponderata ultima decisione, ritrovi l’agibilità politica che ricercava e di cui ha fatto pubblica dichiarazione nel comunicato del 30 aprile scorso”.
Mentre gli strateghi di turno immaginavano che questa potesse essere una mossa buona per far litigare i “frazionisti”, ecco che con tono di umana comprensione, Alessandra Grimaldi aggiunge: “La riassegnazione della presidenza della commissione alla sua persona testimonia il superamento di atteggiamenti divisivi e delle inutili imposizioni nei confronti della stessa che avevano condizionato le dichiarazioni e le posizioni espresse dal gruppo nell’ultimo consiglio comunale a difesa della sua dignità politica”.
Per concludere in vecchio stile doroteo: “Riteniamo che superato quest’impasse, il ripristino degli equilibri di maggioranza sia un percorso naturale per chi intende, come noi, spendersi concretamente nell’interesse della città e per l’attuazione del programma ambizioso del sindaco Romeo”.
Se quegli stessi strateghi ipotizzano che questo “triplo salto carpiato” porterà ad un indebolimento degli alecciani, proprio da quella parte, al di là di un certo “fastidio” per quanto accaduto, chi cura la regia di questo bailamme ritiene che, malgrado tutto, questa riassegnazione e conseguente riammissione costituisca un utile atto distensivo dei rapporti con il sindaco che porterò al superamento delle incomprensioni nate su questo tira e molla su questa presidenza.
Nel frattempo, la mente ritorna ai koi, iconografie nipponiche che si ispirano a quei pesci saltanti chiamati carpe!